ABBURATTAMENTO.
Operazione consistente nell'eliminare la
buccia del grano, cioè la crusca, che dopo
la triturazione del cereale rimane mescolata
alla farina. Si svolge scuotendo il
miscuglio su un setaccio, in modo da far
passare la farina e far restare la crusca.
MACINA.
E' la parte operatrice del mulino. Serve a
triturare e polverizzare i cereali. Una
macina superiore, rotante, sfrega contro
quella inferiore, fissa.
MULINO.
Impianto installato per la macinazione dei
cereali. Il nome deriva dalla parola latina
molere, che significa appunto macinare. Dal
XII sec. in poi si costruirono oltre ai
mulini ad acqua, anche quelli a vento e
quelli che sfruttavano l'energia della
marea. Oggi, nell'industria alimentare,
s'intende per mulino l'intero impianto di
trasformazione del grano in farina.
PARATOIA.
Struttura manovrata dal mugnaio per regolare
l'immissione dell'acqua sulle cassette della
ruota idraulica.
RABBIGLIATURA.
Intervento praticato con martelli taglienti
allo scopo di mantenere affilate le macine,
producendo sulla loro superficie delle
scanalature (raggi), secondo complicati
disegni corrispondenti alla molitura dei
cereali diversi (grano, granoturco,
castagne).
STAIO.
Recipiente che poteva contenere dai 25 ai 36
litri di liquidi e che, riempito di cereali,
serviva come unità di misura per
quest'ultimi.
SVECCIATURA.
Operazione consistente nel separare grano,
orzo e altri cereali dai semi di veccia.
TEMPERATOIA AD ARGANO A VITE.
Sistema di regolazione della distanza tra le
macine. Il mugnaio agendo sull'argano
solleva o abbassa la temperatoia.
TRAMOGGIA.
Recipiente in legno, a forma di imbuto, nel
quale viene versato il grano, che cade così
tra le due macine che lo triturano e lo
polverizzano. |